Quel che resta

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VI PREMIO CRAMUM per l’Arte Contemporanea, Villa Bagatti Valsecchi di Varedo. A cura di Sabino Maria Frassà.

Finalista

 

Quel che resta – Cianotipo su marmo, 2018

L’opera è costituita da alcune lastre di marmo spezzate, ma composte assieme a creare un’ unica forma. Avvicinandosi si incominciano a scorgere delle immagini dalla colorazione blu. Queste immagini sono impresse sui blocchi marmorei attraverso la cianotipia, antica tecnica di stampa a contatto: l’immagine bidimensionale è assorbita totalmente nella pietra diventando così forma scultorea. Dobbiamo rapportarci a questi pezzi di marmo impregnati di blu come a dei reperti archeologici sepolti in fondo alle profondità marine. Struttura e forma delle pietre sono ormai intaccate dal tempo, ma l’immagine, che vi è impressa dentro, sopravvive. Questo progetto nasce da una riflessione condivisa con i miei genitori intorno al tema del bando (Avevo vent’anni. 1968 – 2018). Ho sentito l’urgenza del confronto con chi ha vissuto il ’68 per portare una testimonianza storica all’interno del progetto. Ho perciò trasferito su marmo, attraverso la tecnica cianotipica, due immagini apparentemente distanti: da una parte l’orma del primo astronauta che ha varcato il suolo lunare nel 1969 (storica foto di repertorio) e dall’altra il cammino dei miei genitori da giovani colti nella loro quotidianità (una foto raccolta da un album di foto di famiglia, datata anch’essa 1969). Le due storie così si fondono attraverso l’idea che il cammino universale può spesso coincidere con quello individuale dell’uomo.